Nelle parole di Giuseppe Conte che di seguito troverete riportate, è contenuta tutta la perfidia dell’Unione Europea.

Tengo a sottolineare che nella sua euromania, Conte ha detto la verità. Per quelli che sono gli attuali assetti dell’Unione Europea, a nessuna istituzione nazionale è consentito mettere in dubbio il verbo calato dall’alto.

È forse questa la descrizione di una teocrazia stile Arabia Saudita? Ebbene no, è l’Unione Europea, dove tutto è spazzatura se non proviene da Bruxelles.

Ma di cosa stiamo parlando? Per farla breve la Corte Costituzionale tedesca con chiare parole ha messo al posto suo ed ha irriso la Corte di Giustizia Europea con una sentenza che riscrive le regole del famoso programma acquisti noto come “Quantitative Easing”, ideato da Mario Draghi all’epoca in cui era il plenipotenziario della BCE, con lo scopo di salvare la moneta unica “Costi quel che costi” (Whatever it takes), e che di fatto ha sostenuto l’economia degli Stati maggiormente indebitati, grazie ad una continua immissione di liquidità.

I giudici della suprema corte tedesca, con l’ultima loro sentenza hanno affermato che gli acquisti dei titoli di Stato da parte della BCE devono essere proporzionali alla quota capitale versata dai singoli paesi membri. In pratica, ciascun paese può ottenere l’acquisto dei propri titoli di debito pubblico solo in proporzione dei contributi versati.

Questa è una mina posta alla base del programma post pandemico denominato PEPP, che non è un simpatico vezzeggiativo di “Giuseppe” Conte ma un nuovo programma di acquisto titoli di Stato basato guarda caso proprio sul Quantitative Easing. Difatti, a seguito della decisione del tribunale tedesco, se entro tre mesi la BCE non darà “Congrue spiegazioni” riguardo il mancato rispetto della proporzionalità di cui al precedente capoverso, la Bundesbank dovrà ritirarsi dal piano QE, mandando di fatto a puttane il piano post pandemico da 750 miliardi messo a punto dall’ultimo Consiglio Europeo.

In seconda istanza i giudici di Karlsruhe, città tedesca in cui la Corte ha sede, hanno giudicato come superficiale e disattenta l’indagine precedentemente effettuata dalla Corte di Giustizia Europea in occasione della pregressa pronuncia favorevole del tribunale europeo proprio riguardo il tema del Quantitative Easing, mettendo in imbarazzo e causando l’irritazione della BCE e della Commissione Europea.

Lungi da me l’intenzione di voler giustificare i tedeschi, ma adesso più che mai è evidente che nell’UE ci sono Stati che scelgono di volta in volta come determinarsi in merito alle situazioni di natura comunitaria, a seconda del maggiore o minore beneficio per i propri interessi.

Il fatto che i vari Stati con i Trattati Europei abbiano attribuito alla Giustizia UE la supremazia rispetto a qualsiasi forma di giurisprudenza nazionale si evince dalle parole del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte il quale, chiamato a commentare questa situazione ha dichiarato: “Il programma di acquisti era già stato approvato e ritenuto legittimo dalla Corte di Giustizia Europea. Non spetta a nessuna Corte costituzionale decidere cosa può fare o no la BCE, la cui indipendenza è il fulcro dei trattati europei, quindi riconosciuto anche dalla Germania. Giudico un fuor d’opera che una Corte nazionale, pur costituzionale, chieda alla Bce di giustificare la necessità degli acquisti. Non può interferire in queste iniziative”.

Visto che viene consentito ad uno Stato membro di mettere in discussione i princìpi cardine della UE, non vedo il motivo per il quale anche gli altri non debbano farlo. Diamoci pertanto da fare e facciamo valere i nostri interessi nazionali come meglio crediamo visto che è lampante che l’UE non si basa sulla solidarietà ma sulla concorrenza.