Era la notte tra il 4 e il 5 dicembre 2016 ed io ero molto contento dell’esito positivo della più bella battaglia politica che mi sia capitato di combattere e mi riferisco al referendum costituzionale di cui tutti ci ricordiamo che defenestrò Renzi dal governo, tramutando l’attuale senatore di Rignano da uomo in più della politica italiana ad un politichetto come tanti.
Ricordo che quella notte, quando giunse la notizia delle sue dimissioni io mi trovavo in un bar della mia città ed offrii da bere a tutti! Da allora molte cose sono cambiate, l’entusiasmo si è smorzato e quelli che allora erano sogni si sono trasformati in incubi.
Anche Renzi però si è trovato nel bel mezzo di un incubo, da allora la sua discesa politica non si è mai arrestata ed oggi si trova alla guida di un partito microscopico i cui probabili elettori sarebbero giusto sufficienti per una partita a briscola.
Tutto questo preambolo per dire che non è normale e mi insospettisce molto che l’uomo meno popolare della nazione abbia avuto la forza di far fuori il più popolare. Che sia ben chiaro, questo post non è un elogio del presidente del consiglio in quanto penso fortemente che Conte sia complice. Ritengo infatti che se egli fosse stato realmente sincero ed avesse ritenuto se stesso un “prestato alla politica” come ha più volte affermato, si sarebbe fermato già da un po’ di tempo, rammentando ai suoi che alla fin fine non era stato lui ad essersi presentato ma che erano stati proprio loro a chiamarlo.
Invece no, ha atteso fino ad arrivare a farsi freddare dall’uomo meno rilevante della politica italiana, uno che come vada vada con la politica ha chiuso, anzi, è stata la politica ad aver chiuso con lui già da tempo.
Insomma il killer ideale, uno a cui non sarebbe fregato comunque nulla della valanga di merda che lo avrebbe travolto per aver voluto generare questa crisi proprio ora.
Se pensate quindi che Matteo Renzi sia l’unico colpevole di questa crisi vi sbagliate di grosso perché i malumori all’interno della maggioranza erano troppi, iniziando da quelli dell’unico vero capo del M5S Luigi Di Maio il quale viveva ormai da tempo nell’ombra di Conte, l’ego smisurato dello statista di Pomigliano era mortificato da un bel po’, lui che a quanto pare, notando come ha piazzato tutti i suoi amici di qua e di la, sembra aver capito tutto della politica.
Non ne poteva più Zingaretti, più europeista di Macron, il quale lamentava continuamente un eccessivo isolazionismo del premier nell’assunzione di decisioni importanti come ad esempio il no al MES e la gestione assolutistica dei recovery.
Matteo Renzi quindi, membro del Bilderberg e questo è fondamentale ricordarlo, altro non ha fatto che premere il grilletto, un Lee Oswald “de noantri” dietro il quale c’è un mondo, anzi un universo.
Quello che ne verrà fuori adesso sarà il Male assoluto: un governo in grado di garantire a Bruxelles che l’Italia si vincoli per benino all’Unione con le rigide condizionalità del MES e qualche vincolo in più da aggiungere ai recovery ed il gioco è fatto, anche perché le elezioni non le vuole veramente nessuno, neanche quel trombone di Salvini che ieri le ha richieste a gran voce.
Per chi si sta interrogando su come sia possibile scatenare una crisi di governo in piena pandemia dico che la politica è una scienza praticata da dei burattini irresponsabili in mano ai ben noti squali delle oligarchie internazionali i quali, con la pandemia stanno vedendo moltiplicati i loro guadagni. Quindi è del tutto normale.