Da qualche mese, ogni volta che si parla di ambiente, il pensiero collettivo va al viso di Greta Thumberg, la ragazzina svedese che fa da testimonial alla lotta contro l’inquinamento.

La giovane Greta ci mette impegno e si vede, ma a più di una persona, me compreso, è sorto il dubbio sull’eventuale autenticità del messaggio che lei trasmette. Effettivamente, in un mondo come quello moderno dove nulla avviene mai per caso e dove tutto è radiocomando, un po’ a tutti è venuto in mente il pensiero che una ragazzina in età da superiori, affetta da una rara sindrome e con una faccia più che telegenica, rappresenti il perfetto veicolo per la diffusione di messaggi artificiali che puntano a “menare” un po’ di qua e un po’ di là alla cieca, senza mai centrare un bersaglio e senza mai affondare un colpo.

Effettivamente Greta Thumberg resta sempre sui generis, pronuncia bei discorsi dicendo le parole che più vorresti sentir dire e attacca praticamente tutti, senza citare mai nessuno.

Non ha mai infatti neanche pensato di nominare i più grandi nemici e cause dell’inquinamento ambientale che, senza ombra di dubbio sono rappresentati dal capitalismo e dal falso mito della crescita.

C’è molto a cui pensare ed abbiamo poco tempo; se vogliamo ridurre il consumo della plastica, se vogliamo respirare aria più pulita, se vogliamo bere acqua sempre più pura, se non vogliamo essere travolti dal riscaldamento globale, possiamo fare una sola cosa: rallentare.

Siamo disposti ad accettare gravi rinunce per salvare il mondo dalla catastrofe? Se vogliamo andare fino in fondo, dobbiamo dire sì alla decrescita. Dobbiamo cioè andare contro tutti i principi dei quali tutti siamo infarciti, comprese tutte quelle istituzioni a cui Greta ha fatto visita (parlamenti nazionali e parlamento UE) e che si sono spellati le mani nell’ascoltarla parlare. Gratta la superficie e scoprirai che sono gli stessi che sostengono la perforazione di una montagna per realizzare un’opera inutile. Bel modo di sostenere l’ambiente e viva la solita ipocrisia.

Se non accettiamo la decrescita, diciamolo senza troppi panegirici e senza prenderci in giro: a furia di banalizzare la tematica ambientale, finiremo per banalizzare anche noi stessi.