Il Fiscal Compact, alla lettera “Patto Finanziario” è un accordo internazionale stipulato nel Marzo del 2012 dagli stati membri della UE ed è entrato in vigore il 1 Gennaio 2013. Tale patto contiene un insieme di norme e regole di natura economica che riguardano strettamente il bilancio degli stati membri. Ma perchè questo accordo internazionale è così pericoloso per l’Italia?
Ebbene il Fiscal Compact racchiude in se due punti fondamentali: l’abbattimento del debito ed il pareggio di bilancio.
Abbattimento del debito: il Fiscal Compact prevede che il rapporto tra debito pubblico e PIL di ogni Stato membro debba essere portato a livelli definiti “sostenibili”. Le norme che lo regolano prevedono che il rapporto deficit/PIL debba essere pari al 60% o meno. Gli stati membri pertanto devono impegnarsi a raggiungere questo obiettivo, riducendo dunque di un 5% annuo il proprio indebitamento. Il periodo di attuazione è spalmato nel lungo periodo ma le belle parole e le buone intenzioni contenute in queste frasi non devono trarci in inganno. Per un paese come l’Italia questo significa un impegno onerosissimo. Attualmente infatti il rapporto deficit/PIL dell’Italia è al 131,8%, il più alto d’Europa. Le manovre di austerità dell’ultimo periodo e la crisi dell’Euro hanno inoltre provocato un ulteriore crollo del prodotto interno lordo complicando maggiormente la situazione. In poche parole per noi dunque si tratterebbe di trovare qualcosa come 40/50 miliardi di euro l’anno per i prossimi anni. I governi che fino all’anno scorso si sono succeduti hanno affrontato il problema con la peggiore delle ricette ultra liberiste: austerità, tasse, esasperata flessibilità del lavoro, falcidiamento delle pensioni, svendita della proprietà pubblica e distruzione dello stato sociale.
Ciliegina sulla torta, il Fiscal Compact ha chiesto ad ogni singolo stato di inserire nella propria Costituzione l’impegno a mantenere il pareggio di bilancio. A parole sembrerebbe un fatto positivo ed un impegno sacrosanto, ma gli effetti concreti potrebbero essere molto negativi. Pareggio di bilancio, ovvero parità tra entrate e uscite di uno Stato, significa che ad ogni investimento fatto (ad esempio per costruire scuole, ospedali, strade, ferrovie) deve corrispondere almeno un importo di pari entrata. Come si pretende che uno Stato indebitato come il nostro possa mantenere tali impegni? Naturalmente con la stessa ricetta precedentemente “consigliata”.
Il Fiscal Compact, evidente capestro, è stato la principale causa che ha portato i cittadini britannici a votare per la Brexit.
Il Fiscal Compact è una anomalia anche dal punto di vista giurisprudenziale. Infatti essendo esso un accordo europeo, avrebbe dovuto essere sottoposto a referendum confermativi. Per evitare di incappare nelle naturali ed ovvie bocciature popolari i burocrati hanno pensato bene di mettere in condizione gli stati membri ad immettere nel proprio ordinamento il Fiscal Compact attraverso i Parlamenti Nazionali. Il voto in Italia si è tenuto a Luglio del 2012 a seguito del quale è stato immediatamente promulgato dalla mummia quirinalizia. Protagonisti bipartisan la premiata ditta Destra/Sinistra, due facce della stessa “Euroinomania”. Sempre nel 2012 e sotto lo stesso astro il pareggio di bilancio è stato inserito nella Costituzione Italiana.
Stando alle informazioni sopra descritte il Fiscal Compact ci stritolerà. Per rendere meglio l’idea, quando gli USA furono attratti da una simile idea, cinque premi Nobel all’economia (Kenneth Arrow, Peter Diamond, William Sharpe, Eric Maskin e Robert Solow) inviarono un appello ad Obama, noto turboliberista, per farlo soprassedere in quando i danni che ne sarebbero derivati sarebbero stati incalcolabili.
I partiti politici ed i media a loro asserviti non vi diranno cosa comporta il Fiscal Compact in quanto essi stessi sono demandazioni di poteri forti che si annidano nel cuore della UE e della BCE. Io auspico che il prossimo Parlamento Europeo nel quale le forze euroscettiche saranno sensibilmente più forti di quello attuale, denunci con forza questo accordo folle e che finalmente si faccia un po’ di corretta informazione, affibbiando per sempre a quelle forze politiche che hanno legato la nostra Italia ad un così iniquo trattato europeo, il marchio di traditori della patria.