Noi italiani conosciamo bene l’organizzazione che usa come armi i ricatti e le intimidazioni. Vi abbiamo dato i natali e l’abbiamo esportata in giro per il mondo. Oggi tale parola che non ha traduzioni in lingua straniera, si pronuncia ovunque nella stessa maniera: mafia.

Pertanto posso comprendere, anche se condanno fortemente, il senso di paura che nel 2013 l’allora Ministro del Tesoro del Governo Letta, un signore dimenticato che si chiama Fabrizio Saccomanni, dovette provare quando il boss dell’Unione Europea e Ministro dell’Economia tedesca Wolfgang Schaeuble, rappresentante della famiglia al vertice della cupola, la Germania, gli sussurrò all’orecchio che avrebbe sparso la voce della crisi del sistema bancario italiano con lo scopo di provocarne il fallimento, se l’Italia avesse osato opporsi all’istituzione del “Bail-in”, un meccanismo in virtù del quale, nell’eventualità del fallimento di una banca, i correntisti ed i risparmiatori sarebbero stati chiamati al salvataggio con i propri risparmi. Si perché allora in Italia tutti erano contrari, Governo, maggioranza parlamentare e banche. Il Presidente dell’ABI stessa, l’associazione bancaria italiana, ebbe a definire la norma desueta è rischiosa.

Davanti ad un simile ricatto l’Italia dovette piegarsi anche perché in quel particolare momento storico, la UE, la cui politica economica è sempre stata sotto la guida dei tedeschi, stava facendo a fettine il sistema bancario greco, a seguito della drammatica crisi che tutti ricordiamo e che ha condotto alla fame quel popolo, operazione che portò, e vale la pena rammentarlo, nelle casse delle banche tedesche circa due miliardi di Euro e nonostante questo, continuarono a chiamarlo salvataggio.

A meno di ventiquattro ore dalle esternazioni del Ministro Tria che hanno portato a galla questa verità sommersa, mi aspettavo un po’ da tutto il sistema politico-mediatico non dico una corretta informazione che dalle nostre parti è un miraggio, ma per lo meno una particolare attenzione. Immagino cosa sarebbe capitato se una simile affermazione avesse coinvolto personaggi pubblici di una nazione europea che non fosse stata l’Italia; l’Inghilterra o la Francia ad esempio. Il loro sistema mediatico sarebbe andato in tilt, i giornali avrebbero inondato la rete di prime pagine indignate ed inchieste, sarebbero stati intervistati i personaggi politici attuali e dell’epoca, la Francia avrebbe richiamato l’ambasciatore.

In Italia invece abbiamo ancora una volta deciso, deliberatamente, e non fanno eccezione i partiti di governo, di guardare clamorosamente altrove.

Come al solito.