La parola SURE tradotta dall’inglese vuol dire “Sicuro” nel senso di certo, e mai come in questa situazione mi viene da dire: “Sicuro che ti frego”.

La Nazione infatti avrebbe ben ragione di sentirsi fregata in quanto questo fondo messo a disposizione dalla UE, una delle “Fantastiche quattro” insieme con la BEI, il MES ed il fantomatico Recovery Fund, rappresenta un bluff pazzesco e vediamo subito il perché.

In poche parole, lo SURE è una sorta di fondo destinato a cassa integrazione riservata è garantita dagli Stati Membri.

Detto così può anche suonare bene e sembrare piacevole, ma gratta gratta e la verità viene a galla.

Il Sure innanzitutto è ad adesione volontaria e la relativa attivazione viene effettuata solamente dopo che tutti gli Stati dell’Unione europea ne hanno fatto richiesta. Se non vi aderiscono tutti gli Stati quindi, l’accesso al fondo diventa impossibile. Si tratta inoltre di soldi presi in prestito che andranno a generare altro debito pubblico, ovviamente da risarcire.

Per richiederlo, ciascuno Stato dell’UE deve apportare, capite bene, garanzie irrevocabili, liquide ed immediatamente esigibili.

Già la premessa onestamente mi fa pensare ad una barzelletta in quanto, uno Stato che è in crisi di liquidità, certamente non può fornire delle garanzie “liquide”, tant’è che se le avesse avute, certamente non si sarebbe rivolto ad un fondo europeo per ottenerla.

È lecito a questo punto chiedersi come possa fare una nazione in crisi di liquidità a fornire simili garanzie. Per dirla breve, può fare in due modi: con la tassazione, oppure letteralmente vendendo pezzi del patrimonio pubblico. La garanzia generale richiesta per attivare questo fondo che dà accesso a 100 miliardi di Euro, è di 25 miliardi. In poche parole, tu ti vendi il Colosseo, io ti do accesso ad una linea di credito attraverso lo SURE, fermo restando che gli altri 27 Stati abbiano fatto regolare richiesta di accesso a questo fondo è fornito le medesime garanzie.

Una volta che tutto ciò è avvenuto, la Commissione Europea emetterà dei titoli che verranno piazzati sui mercati e che genereranno le risorse necessarie agli Stati in difficoltà. Non dobbiamo però farci trarre in inganno dalle chiacchiere che tutti i media stanno strillando a gran voce e che parlano di 100 miliardi, poiché la possibilità di arrivare ad un simile importo sono pressoché zero ed è presto detto il motivo: per avere a disposizione 100 miliardi da distribuire, sono necessarie garanzie per 25 miliardi, ma il massimo utilizzo complessivo annuo, per tutti gli Stati richiedenti può essere, per stessa natura del fondo, del 10% delle risorse mobilizzabili dal fondo. In sintesi, potremo avere a disposizione nella migliore delle ipotesi, qualche centinaio di milioni di Euro sempre in prestito, ma dopo aver impegnato 2 o 3 miliardi in garanzie irrevocabili, liquide ed immediatamente esigibili.

Avete capito bene, se siamo fortunati e facciamo bene i compiti a casa, dopo aver impegnato il nostro patrimonio pubblico e fermo restando che gli tutti gli altri 27 Stati Membri dell’UE abbiano fatto medesima richiesta di accesso al fondo SURE, potremmo ambire soltanto a qualche centinaio di milioni di euro all’anno.

Se non ci fosse da piangere ci sarebbe da ridere, e pure parecchio.