In un giorno di una non definita data futura dell’anno distopico europeo 787, in una scuola intitolata all’europeista Romano Prodi, padre fondatore dell’Europa, insignito della carica onorifica di Cavaliere dell’Euro, venne ritrovato un disco di materiale plastico, riconosciuto dai tecnici di quel tempo come un DVD, reliquia di una tecnologia ormai superata, contenente un filmato d’epoca di una visita fatta in quella stessa scuola elementare di un paese la cui memoria si perde nel tempo, da parte di un antico capo di Stato che fu identificato come Sergio Mattarella.
Riconoscendone l’alto valore significativo, il preside ed i maestri si misero all’opera per vedere come fare a riprodurre quel filmato e farlo vedere agli scolaretti moderni.
In un’aula gremita di bambini ed insegnanti, la proiezione ebbe inizio in un religioso silenzio.
Il video in realtà, rappresentava una sorta di evento a margine dell’ultimo ammaina bandiera di un vessillo composto da tre colori che simboleggiava il passato. Dal giorno successivo infatti, a sventolare all’ingresso della scuola e di tutte le altre istituzioni, sarebbe stata soltanto la mitica bandiera europea.
I piccoli di quella scuola rivolgevano al Presidente alcune domande a cui Mattarella dava risposte precise ed esaurienti. Mattarella iniziò con una dichiarazione solenne: “Carissimi bambini, famiglie, insegnanti e dirigenti scolastici di questa scuola fiore all’occhiello d’Europa, sono orgoglioso di essere venuto fin qui a svolgere questo compito che rappresenta più di un simbolo per me. Finalmente, nel giorno 1 dell’anno zero europeo, ammainiamo i simboli delle nostre identità nazionali per confluire in questo grande sogno che è l’Europa.”
Un ragazzino di quarta elementare di nome Luigi quindi, preso dall’emozione per quelle parole chiese al presidente cosa sarebbe stato degli insegnamenti dei suoi primi anni nel mondo scolastico. Il Presidente rispose a quella domanda con un sorriso a denti stretti: “Caro Luigi, gli insegnamenti che hai avuto restano validi, ho dato già disposizione di sostituire però i nomi delle nazioni, delle regioni, delle province e delle municipalità con una sola parola: Europa. Inoltre ho abolito dal vocabolario parole come patria, nazione, sovranità ed altre simili a questa, equiparandole alla bestemmia, a differenza di queste ultime però, il pronunciarle costituirà un reato che sarà punibile fino a sette giorni di Metodo Ludovico con Enrico Mentana che legge la costituzione europea in loop”.
Al che un bambino di quinta che disse di chiamarsi Matteo, gli fece notare che avevano da poco letto in classe la storia di Garibaldi e dei Mille, sbarcati a Marsala per unire l’Italia, come avrebbero dovuto raccontare quella vicenda qualora chiamati alla cattedra dai maestri per un’interrogazione?
“Nulla di più semplice” – esclamò Mattarella- “Vi basterà rispondere che Garibaldi, con mille garibaldini, partì da un porto europeo dove l’Europa era già una realtà, per sbarcare in una terra ostile dove gli oriundi erano dediti ad accumulare oro e danari al di fuori delle regole della BCE, per far sì che la bandiera blu con il cerchio stellato al centro, sventolasse dalla cima etnea a quella vesuviana.”
Un bambino di terza molto timido di nome Alessandro si inserì nella discussione chiedendo al Presidente che fine avrebbe fatto l’Inno di Mameli. Mattarella rispose leggermente piccato: “Alessandro, mi sorprendo nello scoprire che in terza elementare ancora non hai imparato che il nostro inno è l’Inno alla Gioia di Beethoven. Per punizione ogni giorno la suonerai durante l’ammaina bandiera.” A quella dichiarazione seguirono scroscianti applausi.
Il più piccolo della scuola, un bimbo di nome Giuseppe, chiese al presidente chi considerare a quel punto come punti di riferimento. Mattarella con grande orgoglio ringraziò il piccolo Giuseppe per quella domanda e rispose: “L’Europa ha più padri, Macron, Juncker, Moscovici, Prodi, Draghi, Renzi eccetera, ma una sola madre, Angela Merkel!” dopo aver pronunciato quel nome, Mattarella invito tutti ad inginocchiarsi per 60 secondi, dopodiché propose 2 minuti di applausi, 1 minuto di mea culpa e ben sette “ora pro nobis”.
L’assemblea, una volta ripresasi da quell’estasi mistica si ricompose. Una bimba molto carina di seconda di nome Paola, fece notare al Presidente che aveva fatto i nomi dei fondatori, quindi era d’uopo indicare anche i nemici. Mattarella si fece arcigno e battè un pugno sulla cattedra e con l’irruenza dello straccio che lava il pavimento, dopodiché gridò: “PUTIN!!!”.
Pronunciato quel nome si udirono tuoni in lontananza che furono preceduti da accecanti lampi e per un lungo lasso di tempo nella scuola manco la corrente. Appena questa fu ristabilita, i bambini uscirono da sotto i banchi e ripresero i loro posti, ancora pavidi e tremebondi.
Un bimbo di quinta che si chiamava Danilo invitò il presidente a descrivere la moneta unica. A quella domanda, Mattarella mutò il suo viso e come per un prodigio, i suoi occhi assunsero la forma dei cuoricini. Rispose: “Le origini dell’Euro si perdono nella notte dei tempi, gli antichi greci pensavano che fossero stati forgiati da Efesto in persona nella sua fucina. Nella Divina Commedia, Virgilio affida a Dante una banconota da venti euro per pagare il traghettatore Caronte e secondo una recente perizia artistica sul quadro del Lorenzetti raffigurante l’impiccagione di Giuda, nella parte dell’opera rovinata dal tempo, si nascondeva in realtà un sacchetto contenente trenta euro in pezzi da uno”.
Lo stesso bimbo ingenuamente ammise che il suo papà conservava nel doppio fondo di un armadio una banconota da diecimila lire, al che Mattarella fece avvicinare due gendarmi i quali a seguito di un veloce bisbiglio si precipitarono all’esterno.
Una bimba di terza di nome Emma chiese al presidente se c’era stato un momento in cui avesse avuto paura che il suo sogno non fosse reale. Mattarella congiunse le mani e dopo un attimo di meditazione iniziò a parlare: “Nell’anno 2018, in epoca barbarica, quando ancora il popolo votava liberamente e il voto non era prerogativa di economisti e finanzieri e la scelta non era ancora tra destra liberal-liberista e sinistra democratica-capitalista, due forze definite “populiste” e “sovraniste” – pronunciate queste parole il presidente sputa a terra e poi riprende – “insieme minacciarono il progetto europeo dando vita alla rinascita sociale di quell’entità che noialtri volevamo morta e sepolta che era l’Italia. Essi ebbero l’ardore di dare priorità al demone delle riforme sociali rispetto alla nostra dea crescita, contro gli scatenammo lo spread, le agenzie di rating, la BCE, le banche centrali nazionali, gli istituti bancari, l’Inps, i giornali, le televisioni, i partiti di minoranza ed altre armate molto più silenziose e letali. Ci fu uno scontro mortale alla fine del quale………..”
Il DVD a questo punto si interruppe, l’usura del tempo lo aveva danneggiato irrimediabilmente e non fu più possibile capire come andò a finire.
Tu che hai letto fino a questo punto, cos’hai da dire?